Onorevoli Colleghi! - Secondo un'indagine condotta dall'Istituto Tagliacarne sulla qualità delle infrastrutture nazionali, fissato a 100 l'indice medio nazionale, nel 2003 il nord si attestava a 114, il sud a 78, la Sardegna a 57. All'interno della realtà sarda, poi, la situazione si presentava ulteriormente articolata. Alla posizione di Cagliari, fissata a 58, seguiva quella di Oristano con 55,7, di Sassari con 48,5 e, ultima, di Nuoro con 32,9.
      Valutando la dotazione infrastrutturale secondo la graduatoria nazionale delle province, Oristano si collocava al novantesimo posto e Cagliari all'ottantasettesimo, con un divario tra la provincia sarda più attrezzata e la prima dell'elenco, Trieste, di ben 190 punti di differenza.
      Dai dati ISTAT invece risulta che la base occupazionale della Sardegna ha registrato nell'ultimo quindicennio un aumento di circa il 7 per cento, superiore a quella nazionale. Tuttavia, a Oristano circa il 10 per cento della forza lavoro è ancora occupato nell'agricoltura, mentre la disoccupazione è a circa il 17,5 per cento con una punta del 30 per cento di disoccupazione femminile; desta preoccupazione la crescita della percentuale del lavoro nero.
      Da una indagine promossa dal consorzio industriale oristanese risulta che il benessere socio-economico della provincia è tra i più bassi d'Italia. L'indice di vecchiaia è di 22 punti più alto che nel resto dell'isola, segnale di emigrazione. La quota di occupati in agricoltura è invece più alta, segno di arretratezza. La provincia contribuisce solo per il 2 per cento all'export regionale. Il prodotto interno

 

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lordo (PIL) oristanese, rilevato nel 1999, era pari a 3.250 miliardi di lire, solo l'8,5 per cento del PIL regionale, inferiore al peso della popolazione.
      La Confartigianato segnala una vigorosa crescita delle imprese artigiane in Sardegna, un dato positivo che premia la scelta di far accedere le imprese di capitale nell'artigianato. Tra il 2001 e il 2002 ad Oristano esse sono cresciute del 2,6 per cento, superando le 7.000 unità.
      L'unica nota realmente positiva viene dal turismo per il quale il 2002, ma si scontano gli effetti dell'attentato alle Torri gemelle di New York, è stato un anno record nella provincia di Oristano. Sono stati registrati oltre 88 mila arrivi (+10,4 per cento) e 306 presenze (+2,5 per cento) a maggioranza italiana (85 per cento).
      Questo assieme di dati mostra come quella oristanese sia una realtà economica foriera di ampie possibilità di sviluppo, possibilità tuttavia bruciate o limitate dall'isolamento e dalla scarsità di infrastrutture che affliggono l'intera isola, ma in particolare l'oristanese, situato nel lato ovest dell'isola e quindi assai più remoto delle province situate a est o a sud della Sardegna.
      Va dato atto sia alla regione che alla provincia e al comune di avere avviato ogni possibile azione di sviluppo a valere sulle risorse nazionali o comunitarie. Senza tenere conto delle numerose iniziative in tema culturale e di recupero degli ambienti urbani, nel solo periodo 2002-2003:

          1) sono stati siglati due piani integrati territoriali (PIT):

              a) Oristano 2, che prevede interventi nei comuni di Arborea, Marrabiu, Terralba, Palmas Arborea per opere nel campo agroindustriale e ambientale. Le risorse sono pari a 28 milioni di euro;

              b) Oristano 3, che prevede interventi nel settore del recupero dei centristorici e di creazione di strutture sportive nelle aree di Barigadu, Ghilarzese, Marmilla e Grighine. Costo 22 milioni di euro;

          2) è iniziata la definizione dei progetti per il patto territoriale Oristano sviluppo a cura della provincia. Imprese e operatori economici sono stati invitati a presentare idee-progetto per investimenti nei settori estrattivo, manifatturiero, produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. Il bando è stato promosso nel quadro delle iniziative per l'attuazione del complemento di programmazione al Por Sardegna 2000-2006 con riferimento alle delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) del 21 marzo 1997 e dell'11 novembre 1998 e alla circolare del Ministero delle attività produttive del 18 febbraio 2003;

          3) il Consorzio ha speso 28 milioni di euro, già stanziati dalla regione, per interventi infrastrutturali. Nell'elenco dei lavori ci sono: l'ampliamento della discarica di Bau Craboni per i rifiuti solidi urbani, il completamento del raccordo ferroviario, impianti e capannoni per lo stoccaggio e la lavorazione delle merci, impianti per lo stoccaggio di carbone, zolfo e altri prodotti alla rinfusa, l'acquisizione e la urbanizzazione di nuove aree per l'insediamento di 34 nuove imprese;

          4) è iniziata la definitiva approvazione presso il CIPE del contratto di programma presentato dal Consorzio turistico Sardegna-ovest. La giunta regionale ha dato il via alla sua quota di cofinanziamento pari a 35,98 milioni di euro (il 25 per cento). Il contratto prevede 40 iniziative promosse da altrettanti imprenditori per un importo complessivo di circa 178 milioni di euro di cui circa 116 a titolo di finanziamento agevolato. I progetti per i quali è stato chiesto il finanziamento sono localizzati nei comuni di Cabras, San Vero Milis, Narbolia, Santulussurgiu, Abbasanta, Ghilarza, Sedilo, Sorradile, Bauladu, Oristano, Santa Giusta, Arborea, Uras e Mogoro e riguardano in particolare la realizzazione di alberghi, residence e villaggi turistici;

          5) il comune ha dato parere favorevole alla realizzazione dell'impianto di produzione di energia elettrica da biogas. La discarica è del Consorzio, gestita dalla

 

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società Intercantieri Vittadello, in attesa delle autorizzazioni ministeriali;

          6) il comune ha aderito ad Agenda 21 con un progetto denominato «Isola 21-Innovazione e sostenibilità» destinato a creare una rete di collaborazione tra amministratori, operatori economici, cittadini ed associazioni per favorire il corretto sviluppo della provincia. Il costo è di 120.000 euro di cui 84.000 a carico del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

      Tuttavia resta il gap infrastrutturale e dei collegamenti «mare-aria-terra». Per tali motivi la presente proposta di legge si concentra unicamente su questi due aspetti dello sviluppo della provincia di Oristano. Non va dimenticato che la riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione affida alle regioni la competenza esclusiva per quel che riguarda porti ed aeroporti, pertanto, ove necessario, ci si limita a finanziare progetti per i quali da tempo sono state gettate le basi, ma che attendono la necessaria assegnazione di risorse per essere completati.
      L'articolo 1 istituisce la zona franca oristanese. Com'è noto lo statuto speciale per la Sardegna prevede l'istituzione di diverse zone franche nella regione. L'attuazione legislativa però è giunta solo con il decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, mentre solo a Cagliari è stato disposto l'avvio effettivo di questo importante volano di sviluppo. La zona istituita ricomprende l'area del consorzio, configurandosi come zona franca industriale.
      L'articolo 2 reca interventi per il porto di Oristano. Con la legge 1o agosto 2002, n. 166, il cosiddetto «collegato infrastrutture», il porto di Oristano è stato riclassificato tra quelli di maggior rilievo a livello nazionale. L'intervento proposto prevede di istituire un'autorità portuale al fine di avviare un volano di sviluppo per quella che è la porta occidentale marittima dell'Italia. A valere poi sulle risorse a disposizione per l'ammodernamento e la riqualificazione dei porti, sono stanziati 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006 e 2007, per l'accensione di mutui in grado di attivare risorse tra i 50 ed i 100 milioni di euro nel prossimo quindicennio.
      L'articolo 3 contiene interventi per l'aeroporto di Oristano. La realizzazione di un moderno aeroporto rappresenta un punto centrale per la pianificazione dello sviluppo turistico e commerciale. Per l'aeroporto di Fenosu è stato individuato il soggetto gestore, in attesa dei 3 milioni di euro bloccati in provincia per un certo periodo. Tuttavia si è ancora ben lontani dalla definizione di un'adeguata struttura. L'articolo in oggetto prevede la dichiarazione di «aeroporto di interesse nazionale» e la predisposizione di un piano di sviluppo che equivale, a tutti gli effetti, a dichiarazione di pubblica utilità, di indifferibilità e di urgenza delle opere, costituendo modifica al piano regolatore. Stanzia inoltre 30 milioni di euro nel triennio 2006-2008.
      L'articolo 4, infine, reca interventi per l'ammodernamento della strada statale n. 131. La strada in oggetto costituisce la spina dorsale della viabilità sarda. I lavori di ammodernamento a cura dell'Ente nazionale per le strade procedono con estrema lentezza e con il conseguente tributo di vittime della strada. Il 22 marzo del 2003 l'allora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Lunardi confermò che la strada è opera di preminente interesse nazionale da inserire nell'apposito programma strategico-infrastrutturale. L'articolo in oggetto attua questa presa di posizione, integrando a tal fine sia il Programma strategico, che l'intesa stipulata tra la regione e lo Stato nel 1999. Per il completamento dell'opera si provvede a stornare 5 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2006 e 2007, dai fondi predisposti nel citato «collegato infrastrutture».

 

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